“Le Belle Addormentate” dello scrittore e giornalista partenopeo Antonio Mocciola ed edito da Betelgeuse editore, non è semplicemente una guida ai borghi abbandonati sparsi in Italia, ma è, soprattutto, una sorta di ricerca sociologica, storica e culturale, di come questi borghi, in un momento della loro vita, dovuta a cause disparate che vanno dai terremoti ai cataclisma fino alla crisi del dopoguerra, si ritrovarono ad essere abbandonati, lascianti quasi cristallizzati nel loro passato, immersi nel loro ricordo.
Nel suo lungo viaggio, durato ben sette anni, Antonio Mocciola ha percorso da nord a sud del nostro Belpaese, ogni stradina che lo portasse a visitare i piccoli borghi abbandonati e diroccati. Tra questi ne ha scelti 82 che ne “Le belle addormentate” riprendono vita nella magia dei suoi racconti. Alcuni di essi sono ancora visitabili, altri invece sono talmente malandati da non potercisi avvicinare, ma ammirabili solo da lontano con il loro fascino e la loro storia. Alcuni sono divenuti set cinematografici, uscendo fuori da un silenzio assordante a cui erano abituate.
E così Mocciola, con il suo inconfondibile narrare ci parla di Craco, Romagnano al Monte, Consonno, Triora, Monterano e tanti altri. Commovente è il capitolo dedicato al centro storico de L’Aquila, terribilmente martoriato dal terremoto del 2009.
Riporto giusto un piccolo stralcio dell’introduzione, un modo unico per comprendere la sensibilità narrativa dell’autore:
Le ho viste tutte, le mie belle addormentate. Le ho viste spegnersi lentamente, oppure già rassegnate, o anche orgogliose e vive dibattersi come pesci nella rete. L’Italia abbandonata è il rovescio della medaglia, una cartina turistica letta al contrario. Non è solo montagna, dissanguata dalla natalità zero e dall’emigrazione. È anche pianura, o persino isole. È l’Italia perduta, messa ai margini della storia, punita dalle istituzioni, occultata dai navigatori satellitari, non coperta dalla rete dei cellulari, ignorata dal Wi-Fi. […] È di questo Belpaese estinto che voglio tornare a parlare, perché le città-fantasma sono tante cose: un saggetto antropologico, una bizzarra guida turistica, un cahier de doleances, un atto d’amore. […] E questi borghi abbandonati, dai nomi demodé e improbabili, ci appartengono, parlano di noi, della nostra storia, del nostro futuro.
Informazioni sull’autore
Antonio Mocciola è nato a Napoli nel 1973. Dopo gli studi classici e giuridici diventa giornalista pubblicista e collabora con il magazine meridionalista “Il Brigante”, di cui attualmente è capo-redattore. Interessato alla musica e allo spettacolo, cura i booklet dei più recenti cd di Giuni Russo e del dvd di Franco Battiato dedicato alla cantante, che contiene il monologo teatrale scritto dallo stesso Mocciola con M. A Sisini e portato in scena da Piera Degli Esposti. Nel 2006 esordisce nel panorama letterario pubblicando la raccolta di racconti “Quattordici tracce di amore disperso”, che vince la rassegna “La Libreria degli Inediti”. “Le vie nascoste”, viaggio tra i borghi scomparsi d’Italia, che in pochi mesi “sfonda” il tetto delle mille copie, apparendo su tutti i più importanti media nazionali, tra cui “La Stampa”, “la Repubblica”, “Il Messaggero”, “Il Mattino”
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