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Finalmente la mia recensione dell’ultimo romanzo di Adriana Assini, “La spada e il rosario. Gian Luca Squarcialupo e la congiura di Beati Paoli”, uscito il 14 febbraio 2019 ed edito da Scrittura & Scritture, che ringrazio per avermi inviato il libro.
TRAMA
Ci troviamo nella Sicilia del 1516 e, precisamente, in una Palermo dominata dagli spagnoli. Non è di certo un periodo felice per la città. Il governo del vicerè, tale Moncada, è pressochè oligarchico, il bene per i pochi nobili mentre tutto il popolo viene tartassato da tasse e sorpusi.
Il popolo e, soprattutto, la classe dei mercanti, non è felice e tra questi ultimi si diffonde una tale insofferenza da sfociare in un desiderio di vendetta. Capo e ideatore di tale rivolta è Gian Luca Squarcialupo, un mercante non proprio onesto. Amante del lusso e del bel vivere è oramai da tempo sull’orlo della bancarotta e vede in questa sommossa un modo per soverchiare questo governo tiranno e riportare in città un più equo equilibrio che possa far bene a tutti (ma sopratutto a se stesso).
Gian Luca Squarcialupo, proprio per questa smania di soldi e potere, è un approfitattore. Ha sposato una donna ricca che non ama (ma che a quanto pare cucina molto bene) ma è innamorata di un’altra giovinetta, andata in sposa ad un altro uomo proprio a causa delle sue finanze molto precarie.
Il momento cruciale sembra arrivare quando, all’improvviso, muore il re Ferdinando il Cattolico, lasciando il passo al nuovo reggente, il nipote Carlo delle Fiandre. È il momento di agire ma lo Squarcialupo non ha fatto i conti con la bramosia di potere della casta privilegiata al comando…
Il racconto di Adriana Assini è minuzioso, ricco di dettagli. Sin dall’inizio del romanzo il suo intento è quello di far conoscere al lettore non solo i vari personaggi protagonisti a anche le ambientazioni tipiche dell’epoca. Ci porta a conoscere una Palermo dilaniata dalla fame e dalla povertà, dove anche i commercianti, un tempo ricchi e invidiati, stentano a vivere, una sopravvivenza fatta di velleità ormai dimenticate.
Il personaggio di spicco è proprio lo Squarcialupo, definito dalla Assini “coriaceo, sprezzante, invaghito della sua missione”. Un uomo pieno di vizi da risultare quasi antipatico ma che, nel pieno della sommossa, riconquista gli animi dei lettori, con il suo coraggio, il suo altruismo, con un unico obiettivo nel cuore e nella mente…la libertà.
Accanto a lui, non meno altruista, conosciamo Cristoforo, (il mio preferito) anche lui mercante, da tempo ravvedutosi da una vita fatta di vizi e spensieratezza. Vive una esistenza fatta di rinunce, ma sempre con gli occhi fieri di chi la ricchezza l’ha conosciuta veramente. È amico leale dello Squarcialupo, nonostante ne critichi la vita dissennata, rimproverandolo, come solo lui sa fare, con garbo e fermezza.
Ad opporsi a tale congiura la setta dei Beati Paoli, composto da frati minori devoti all’ordine di San Francesco da Paola. Un nemico molto subdolo e perisoloso, molto di più del fragile esercito del regno.
“La spada e il rosario” non è solo il racconto di una rivolta ma soprattutto è un inno all’amicizia, alla fratellanza, all’orgoglio di casta, per se stessi e per la propria città. Merito di Adriana Assini è quello di aver dato nuova gloria a Gian Luca Squarcialupo, un personaggio quasi sconosciuto. Da sottolineare anche l’arduo lavoro di studio delle fonti che la scrittrice ha dovuto affrontare, presentandoci uno spaccato di vita sociale e politica.