Edito nel 2012, quattro anni dopo il caso letterario La verità sul caso Harry Quebert, come in una specie di spin off, ritroviamo ne Il libro dei Baltimore, lo scrittore Marcus Goldman, che, in questo romanzo, esplora il suo passato, il quale nasconde una terribile Tragedia che ha irrimediabilmente segnato la vita di tutta la sua famiglia.
Cronologicamente la storia è ambientata otto anni dopo i fatti narrati dal suo precedente libro. Marcus è oramai uno scrittore affermato e osannato. Ovviamente, data questa fama, tutti attendono con ansia un suo nuovo libro, da qui nasce l’esigenza dello scrittore di analizzare il suo passato e raccontare l’epica storia della sua famiglia, i Goldman.
TRAMA
I Goldman di Montclair, New Jersey, sono una famiglia della classe media e abitano in un piccolo appartamento. I Goldman di Baltimore, invece, sono una famiglia ricca e vivono in una bellissima casa nel quartiere residenziale di Oak Park. A loro, alla loro prosperità, alla loro felicità, Marcus ha guardato con ammirazione sin da piccolo, quando lui e i suoi cugini, Hillel e Woody, amavano di uno stesso e intenso amore Alexandra. Otto anni dopo una misteriosa tragedia, Marcus decide di raccontare la storia della sua famiglia: torna con la memoria alla vita e al destino dei Goldman di Baltimore, alle vacanze in Florida e negli Hamptons, ai gloriosi anni di scuola. Ma c’è qualcosa, nella sua ricostruzione, che gli sfugge. Vede scorrere gli anni, scolorire la patina scintillante dei Baltimore, incrinarsi l’amicizia che sembrava eterna con Woody, Hillel e Alexandra. Fino al giorno della Tragedia. E da quel giorno Marcus è ossessionato da una domanda: cosa è veramente accaduto ai Goldman di Baltimore? Qual è il loro inconfessabile segreto?
Il libro, come già La verità sul caso Harry Quebert, è un susseguirsi di immagini e storie, che portano il lettore ad ipotizzare, di volta in volta, quale potrebbe essere la Tragedia (sì, Dicker scrive Tragedia sempre con la maiuscola, proprio per enfatizzare l’enorme portata dell’evento accorso). E, come per la precedente opera, la trama si scioglie solo alla fine del libro, “costringendo”, ma nemmeno con molta forzatura, il lettore a macinare pagina dopo pagina pur di conoscere questo terribile segreto.
FRASI CHE MI HANNO COLPITO
Grazie ai libri,
Tutto era cancellato.
Tutto era dimenticato.
Tutto era perdonato.
Tutto era riparato.
Perchè scrivo? Perchè i libri sono più forti della vita. Sono la più bella delle rivincite.Sono i testimoni dell’inviolabile fortezza della nostra memoria.
Molti di noi cercano di dare un senso alla propria vita, ma la nostra vita ha un senso solo se siamo capaci di raggiungere questi tre traguardi: amare, essere amati e saper perdonare. Il resto è solo tempo perso.
COSA DICE L’AUTORE
«In “La verità sul caso Harry Quebert”, Marcus Goldman era innanzitutto, in quanto narratore, il mezzo che permetteva al lettore di risalire all’inchiesta sull’assassinio di Nola Kellergan. Mi sembrava quindi indispensabile prolungare l’esplorazione della personalità di Marcus in un altro romanzo, dove questo personaggio, sempre nella sua funzione di narratore, si sarebbe ritrovato, stavolta, al centro del prisma. Volevo presentarlo ai miei lettori, offrirgli un passato, una storia, una famiglia. E volevo che a raccontare Marcus fosse lo sguardo che su di lui posano i suoi due migliori amici.» – Joël Dicker, la Lettura del Corriere della Sera
MIA OPINIONE
4 stelle su cinque